Prima di affrontare la sintomatologia legata alle mestruazioni, ricapitoliamo per punti salienti come funziona questo meccanismo biologico: conoscerlo approfonditamente, ci permette di comprendere meglio anche la natura dei problemi e dei dolori che porta con sé.
In media, il ciclo dura in tutto circa 28 giorni e si conta a partire dal primo giorno di flusso mestruale, le vere e proprie perdite di sangue. Questo momento, definito propriamente fase mestruale, dura all’incirca 3 o 4 giorni. L’endometrio, che è lo strato di mucosa più superficiale dell’utero, si ispessisce e si distacca dal resto della parete uterina e viene espulso insieme al sangue.
Segue la fase proliferativa del ciclo, durante la quale l’ambiente uterino si ricostruisce da capo mentre in una delle due ovaie, alternativamente, un follicolo matura. È in questo momento che i livelli di estrogeni, gli ormoni femminili di cui il più noto è il progesterone, raggiungono il picco massimo: stiamo iniziando a ovulare. La vera e propria fase ovulatoria combacia con la rottura del follicolo maturato e l’espulsione dell’ovulo che, in caso di rapporto sessuale non protetto, potrebbe essere fecondato.
In questo periodo, che corrisponde all’incirca con il 15-16 giorno di ciclo, si ha la maggiore probabilità di rimanere incinta.
Se questo non avviene, il ciclo si prepara a tornare alla fase iniziale. L’endometrio, nel frattempo, ricomincia a ispessirsi, il follicolo esploso prima si trasforma in luteo e poi, se l’ovulo non viene fecondato, si riassorbe. Arrivate, all’incirca, al 28esimo giorno di ciclo, i livelli di progesterone diminuiscono gradualmente, la parete uterina si sfalda e ricompare il flusso mestruale.